I resti più famosi di antichi popoli trovati in Russia. Migliaia di scheletri umani giganti furono distrutti per difendere la teoria prevalente dell'evoluzione umana. L'uomo più antico trovato sulla terra

Gola di Olduvai

Da decenni gli scienziati discutono su dove sia apparso il primo uomo sulla Terra. I sostenitori della teoria monopolare chiamavano la patria dell'Homo habilis, che in seguito divenne Homo sapiens, l'Africa o l'Asia meridionale.

Nella gola di Olduvai, nell'Africa orientale, gli archeologi hanno trovato lo scheletro della persona più antica della Terra. Ha 1,5 milioni di anni. Fu grazie a questa scoperta che nacque la teoria secondo cui il primo uomo apparve in Africa e poi si stabilì su tutta la terra. Tuttavia, negli anni ’80, gli scienziati fecero in Siberia una scoperta sensazionale che cambiò l’idea di sviluppo umano.

Il primo uomo potrebbe non essere apparso in Africa, come si credeva in precedenza, ma in Siberia. Questa versione sensazionale apparve nel 1982. I geologi sovietici stavano scavando lungo le rive del fiume Lena in Yakutia. L'area si chiama Diring-Yuryakh, tradotto da Yakut - Deep River. Quasi per caso, i geologi hanno scoperto una sepoltura del tardo Neolitico – II millennio a.C. E poi, scavando ancora più in profondità, si sono imbattuti in strati vecchi di più di 2,5 milioni di anni e vi hanno trovato i resti degli strumenti dell'uomo antico.

Diring-Yuryakh

Questi sono ciottoli squadrati con un'estremità appuntita: sono chiamati "elicotteri". Oltre a queste antiche asce, furono scoperte anche incudini e cippatrici. Ciò ha portato i ricercatori a credere che, in effetti, il primo uomo sia apparso in Siberia. Dopotutto, l'età dei reperti locali supera i 2,5 milioni di anni. Ciò significa che sono più vecchi di quelli africani.

Asce antiche, "elicotteri"

"C'era un intero arcipelago, dove il ghiaccio ora è solido, l'Oceano Artico. E a causa di alcuni disastri, questa civiltà fu distrutta, e i resti di questo popolo furono costretti a trasferirsi sulla terraferma, per sviluppare terre che ora appartengono a la regione di Arkhangelsk, Murmansk, gli Urali polari e oltre - fino alla Siberia. Anche questa ipotesi esiste,"- dice lo storico, etnografo Vadim Burlak.

Sepoltura a Diring-Yuryakh

Più recentemente, si è scoperto che sul territorio della Russia ci sono tracce non solo di persone primitive, cioè creature che somigliavano solo superficialmente agli umani, ma non avevano un'intelligenza sviluppata, ma anche una persona ragionevole, cioè simile a te e io.

Armi antiche trovate a Diring-Yuryakh

Per molto tempo si è creduto che i primi uomini, che non erano diversi da noi oggi, siano apparsi per la prima volta in Europa 39mila anni fa. Tuttavia, nel 2007, si è scoperto che il sito più antico dell'uomo antico si trova sul territorio della Russia moderna. Quindi, si scopre che il primo Homo sapiens è nato ventimila anni prima, e non da qualche parte nelle vicinanze di Parigi, ma nella regione di Voronezh, dove ora si trova un semplice villaggio chiamato Kostenki. Questa opinione è stata espressa dal famoso scienziato americano John Hoffecker.

"Nel 2007, uno straordinario ricercatore degli Stati Uniti d'America, John Hoffecker, ha pubblicato sulla rivistaScienza un articolo che suonava così: “Il primo europeo viene da Kostenki”. Questo articolo si basava sui suoi cinque anni di lavoro qui a Kostenki e sulla datazione che lui e Vance Holiday, il suo compagno e collega, avevano fatto come risultato della ricerca, e questi risultati erano sorprendenti. Cioè, l'età dell'Homo sapiens qui, sul territorio di Kostenki, sta aumentando molto rapidamente in età," - spiega Irina Kotlyarova, capo ricercatrice presso la Riserva-Museo Kostenki.

Resti trovati a Kostenki, che hanno circa 60mila anni

L'americano Hoffecker lo scoprì: i primi europei si stabilirono in questa zona 50-60 mila anni fa. E la cosa più sorprendente è che queste erano tribù davvero intelligenti. Naturalmente, di siti così antichi non rimane praticamente nulla. Solo depressioni, strumenti di pietra e fosse piene di cenere di ossa bruciate. E i siti più nuovi, quelli in cui vissero i nostri antenati circa 20 mila anni fa, sono ben conservati a Kostenki.

Muro fatto di ossa di mammut

Sono sopravvissute anche le case i cui muri sono fatti di ossa di mammut. I ricercatori hanno scoperto che gli abitanti di queste case sapevano fabbricare utensili, cacciavano, raccoglievano, costruivano case, avevano una vita ben consolidata e vivevano in una comunità. I mammut erano la principale fonte di vita umana. Un gran numero di loro viveva in questa zona. La gente li cacciava. Con le pelli fabbricavano vestiti e mangiavano la carne che pescavano. Venivano utilizzate anche le ossa di questi animali.

Irina Kotlyarova in una delle case della cultura Kostenki

La cultura archeologica di Kostenki è di dimensioni sorprendenti. Qui sono stati trovati circa sei dozzine di grandi siti umani. Secondo alcuni esperti qui vivevano almeno mille persone. Altri stimano la popolazione dell'antica regione di Voronezh in modo più modesto: circa 600 persone. In ogni caso, questo numero sembra davvero impressionante. Dopotutto, anche la popolazione delle città medievali europee raramente superava le diverse centinaia di persone. Naturalmente i siti più antichi di Kostenki non possono essere definiti città. Ma per così tanto tempo qui ha vissuto semplicemente una popolazione enorme.

Layout dei siti degli antichi a Kostenki

La collezione di miniature ha davvero stupito gli archeologi. Queste sono figure di mammut scolpite nella densa roccia: la marna. Molto probabilmente già 22mila anni fa gli abitanti di Kostenki sapevano contare. Ciò sembra del tutto incredibile alla maggior parte degli antropologi.

Punte di lancia trovate durante gli scavi a Kostenki

Da questa conclusione ne consegue che la civiltà Voronezh è ventimila anni più antica del regno sumero, con le sue tavolette di argilla, e degli antichi egizi. Gli scienziati affermano che molto prima degli Anunaki sumeri di Kostenki sapevano già come contare i mammut e scriverli, senza fare affidamento sulla memoria. Quindi i mammut di via Lizyukov - disegnati dalla mano del Picasso preistorico - sono un argomento completamente scientifico a favore del fatto che Voronezh è la culla della civiltà umana.

È generalmente accettato che i russi siano una nazione abbastanza giovane. Infatti le piramidi egiziane furono costruite già quattromila anni fa. Alla nascita di Cristo, gli antichi romani erano già sprofondati nel lusso e persino nella dissolutezza, mentre i nostri antenati non avevano ancora iniziato nulla: né stato, né cultura, né scrittura.

Gli storici hanno deciso di verificare se questo è davvero vero? E si è scoperto che 6mila anni fa, quando la civiltà sumera, come generalmente considerata la prima sulla Terra, stava appena emergendo - nel nostro paese, sul territorio dei moderni Urali, i nostri antenati erano così sviluppati che conoscevano persino la metallurgia .

"Stiamo parlando di una civiltà molto sviluppata su un territorio molto vasto, che ha avuto una forte influenza sull'intera regione eurasiatica - questo è già chiaro e fuori dubbio. Pertanto, qui, penso, il futuro appartiene alla scienza" - afferma Alexey Palkin, ricercatore presso il Laboratorio del patrimonio naturale, storico e culturale del ramo degli Urali dell'Accademia delle scienze russa

Questa è l'isola di Vera. Si trova nella regione di Chelyabinsk sul lago Tugoyak. Negli anni '80 del secolo scorso, gli archeologi scoprirono qui una scoperta che divenne una vera sensazione: incredibili strutture antiche che si rivelarono molto più antiche della famosa Stonehenge inglese. È stata questa scoperta che ha spinto gli scienziati a iniziare seriamente a parlare del fatto che la prima società civilizzata nella storia non solo della Russia, ma dell'intera Europa, e forse del mondo intero, ha avuto origine proprio qui - nella regione di Chelyabinsk, vicino al Cresta degli Urali.

"IOCapisco che questo potrebbe causare uno shock, quello che dirò ora, ma lo dico in modo completamente responsabile, questi megaliti sull'isola di Vera, sono molto più luminosi e più interessanti di Stonehenge. Perché? Perché Stonehenge è una cosa grandiosa, ma lì ce n'è solo una. Qui. In questo particolare luogo, e qui su un terreno di 6 ettari, si trovano diversi oggetti di diverso tipo”,


Megalite n. 1

L'antica struttura scoperta sull'isola di Vera è chiamata “Megalite n. 1”. Così lo chiamavano gli archeologi. Un tempo questo antico edificio era alto 3,5 metri e fungeva da osservatorio. Gli antichi costruttori posizionavano appositamente la finestra in modo che nei giorni del solstizio d'estate e d'inverno il raggio del sole penetrasse, cadendo direttamente sull'altare.


Finestra megalitica


Il mistero principale dell'antico osservatorio non è nemmeno il modo in cui le persone in quella fase del loro sviluppo hanno avuto l'idea di monitorare il movimento dei corpi celesti, ma che l'edificio era costituito da enormi blocchi di pietra. Ciascuno pesa diverse decine di tonnellate. Si scopre che gli antichi abitanti di questi territori vicino alla moderna Chelyabinsk erano in grado non solo di spostare massi pesanti, ma potevano anche mettere insieme il tutto correttamente. Così affidabile che anche dopo migliaia di anni il megalite non è crollato.

Sala Centrale

C'è una sala centrale, collegata alle camere laterali tramite corridoi. La sala è composta da una serie di megaliti, che si trovano sui lati e sul soffitto. Ce ne sono circa venticinque-trenta in totale. Il più grande pesa 17 tonnellate. La dimensione dei megaliti va da un metro e mezzo a due metri e mezzo di lunghezza e mezzo metro di larghezza. La costruzione risale al IV - III millennio a.C.

Le enormi lastre sono state realizzate dalla natura stessa: questo è il resto della montagna. Ma affinché i blocchi rimanessero piatti, gli antenati dovevano elaborarli.

Nelle vicinanze, gli archeologi hanno scoperto un vero e proprio forno fusorio. Il suo design suggerisce che le tecnologie di fusione dei metalli nei tempi antichi non erano praticamente diverse da quelle inventate solo un paio di secoli fa. Si scopre che le tribù semi-selvagge che vivevano su quest'isola erano impegnate nella metallurgia non ferrosa.

"È stato qui che si trovava il più antico forno per la fusione del rame. Gli scienziati hanno scoperto un camino che si staglia molto chiaramente sullo sfondo generale. Tracce di fumo che si riflettevano sulle pietre sono rimaste chiaramente e sono visibili sulle pietre," - afferma Alexey Palkin, ricercatore presso il Laboratorio del patrimonio naturale, storico e culturale del ramo degli Urali dell'Accademia delle scienze russa.

Geoglifo Zyuratkul

Il fatto che migliaia di anni fa una popolazione incredibilmente sviluppata vivesse sul territorio della regione di Chelyabinsk è testimoniato da un'altra straordinaria scoperta: il geoglifo Zyuratkul. È stato scoperto per caso. Nel 2011, uno dei dipendenti del Parco Nazionale Zyuratkul ha notato che l'erba ai piedi della cresta cresceva in modo non uniforme. Questo nonostante il fatto che chiaramente non abbiano esercitato alcuna influenza meccanica su di esso. Lo scienziato ha deciso di scoprire le ragioni di questo strano fenomeno. Ha potuto constatare che in alcuni punti l'erba non cresce perché è ostacolata da massi disposti in un percorso che somiglia a un disegno o addirittura a uno schema. Per vederlo nella sua interezza, lo staff del parco nazionale ha preso un elicottero e ha scoperto un disegno gigante steso a terra. Soprattutto assomiglia all'immagine di un alce.

La dimensione di questo alce è impressionante: la lunghezza del modello è di 275 metri. L'età del geoglifo è di 5-6 mila anni. Non è chiaro come i suoi creatori abbiano controllato l'accuratezza della posa, come siano riusciti a mantenere la direzione e la correttezza delle linee, se l'intero disegno è visibile solo da una grande altezza. Ma soprattutto, perché avevano bisogno di questa immagine di un alce?

Il geoglifo ricorda l'immagine di un alce

"INNel periodo neolitico, negli Urali avevamo principalmente famiglie: cacciatori, pescatori e così via. Cioè, la popolazione che ha costruito questo qui deve aver sfruttato un territorio significativo. Cioè, stiamo parlando di alcune connessioni tra questi gruppi, di alcune strutture sociali leggermente diverse da quelle che immaginiamo oggi. Questo non è solo un gruppo, un gruppo separato di cacciatori e pescatori, è un'organizzazione sociale più complessa," - afferma Stanislav Grigoriev, archeologo, ricercatore senior presso l'Istituto di storia e archeologia della sezione degli Urali dell'Accademia delle scienze russa.

Se gli archeologi non si sono sbagliati nel determinare l'età di questo miracolo, allora si scopre che le nostre idee sulle capacità e le capacità dell'antica popolazione russa non corrispondono alla realtà, il che significa che la scienza ufficiale si è sbagliata, sostenendo per molti anni che la vita intelligente arrivò da queste parti solo poco prima del battesimo della Rus'.

Gli scienziati trattano questa ipotesi con grande cautela. Tuttavia, i nuovi ritrovamenti archeologici sollevano sempre più domande alle quali non esiste ancora una risposta.

Un'altra prova del fatto che gli antichi sul territorio della Russia moderna erano molto sviluppati si trova nella grotta Ignatievskaya. Si trova sulla punta meridionale dei Monti Urali nella regione di Chelyabinsk. Nel 1980, gli speleologi scoprirono casualmente sui suoi archi un disegno che fece una vera rivoluzione nell'archeologia. La ricerca ha dimostrato che i disegni sono stati realizzati sui muri più di 14mila anni fa. In nessun luogo del pianeta è mai stato possibile trovare un disegno così antico che contenga una trama chiara. Questa grotta raffigura il processo stesso della creazione della vita. Esattamente come lo vedevano i nostri antichi antenati.

Ma perché il mondo intero conosce le più antiche pitture rupestri dell'Australia, e in tutti i libri di testo di archeologia vengono citati come primi disegni persone e tori dell'Algeria? Dopotutto, apparvero sulle pareti delle caverne nell'XI secolo a.C. Cioè, più tardi degli Urali di 13mila anni. Perché le riviste scientifiche tacciono sulla scoperta degli archeologi degli Urali?

Molti esperti sono fiduciosi che tali dati ci costringeranno a riconsiderare non solo le teorie scientifiche, ma anche a riscrivere i libri di testo scolastici.

Non avrei mai pensato che ci fossero così tante polemiche attorno al ritrovamento dell'uomo più anziano. Fondamentalmente sono di natura puramente tecnica, ad es. si pone la domanda: è possibile attribuire all'uomo antico una creatura umanoide che non possedeva pienamente le qualità necessarie? Ad esempio, la creatura camminava eretta, creava strumenti, ma non parlava ancora.

La prima scoperta dell'uomo antico

Prima di tutto, è necessario capire chi è considerato una persona? Una persona ragionevole deve soddisfare almeno tre caratteristiche:

  1. Camminare in posizione eretta.
  2. Disponibilità di parola.
  3. Capacità di pensare.

La terza caratteristica include la capacità di maneggiare il fuoco, la capacità di creare strumenti e l'uso di abilità di caccia, ecc. Sulla base di queste caratteristiche, gli scienziati identificano lo stadio più alto dell'evoluzione umana e lo chiamano Homo sapiens sapiens (homo sapiens sapiens ). ).


In precedenza si credeva che i resti più antichi di questa specie fossero stati scoperti nel 1947 nelle grotte di Sterkfontein in Sud Africa e questo luogo fosse chiamato la “culla dell’umanità”.

Ultimi dati sull'uomo antico

Nel 2011, un gruppo di archeologi provenienti dalla Germania e dal Marocco ha analizzato i resti di creature umanoidi ritrovate negli anni '60. Le ossa sono state scoperte nell'Africa settentrionale (Marocco) nel sito paleontologico di Jebel Irhoud in una delle grotte. I resti rinvenuti appartenevano a cinque persone, tra cui un bambino e un adolescente. La tecnologia di quel tempo non consentiva agli scienziati di studiare a fondo le ossa, quindi credevano di aver trovato gli scheletri dei Neanderthal. Utilizzando la tomografia computerizzata, gli archeologi moderni hanno ricostruito e creato modelli tridimensionali dei teschi delle persone scoperte. Confrontandoli con campioni precedentemente trovati di crani di Neanderthal, Australopithecus ed Erectus, si è scoperto che la parte facciale è più simile agli esseri umani moderni.


È stata così dimostrata la loro appartenenza al genere Homo sapiens sapiens. Queste reliquie risalivano a 300.000 anni fa. AVANTI CRISTO e. I ritrovamenti nell'Africa meridionale risalgono a 195.000 anni fa. AVANTI CRISTO e.

Nonostante l'impressionante numero di importanti scoperte effettuate sul territorio della Russia, gli scienziati continuano a trovare sempre più nuovi resti di antichi popoli che attirano l'attenzione dei ricercatori. Poco più di una settimana fa, il 18 luglio, nella regione di Chelyabinsk, gli archeologi hanno trovato lo scheletro di un'antica donna con un cranio insolitamente allungato. Il sepolcreto dove sono stati effettuati gli scavi risale al II-III secolo d.C. e sul suo territorio sono presenti 15 tumuli dalla insolita forma a ferro di cavallo.

Gli scienziati ritengono che la donna appartenesse ai defunti Sarmati, un'antica tribù che vagava per i territori della moderna Ucraina, del Kazakistan e della Russia meridionale.

La forma insolita del cranio di una donna è spiegata da antiche tradizioni, quando le teste dei bambini erano strettamente legate con corde e assi, dopo di che le ossa acquisivano una forma allungata.

Gli storici non hanno ancora dato una risposta chiara alla domanda sul perché esattamente i nomadi abbiano cambiato in questo modo la forma delle teste dei membri della loro tribù. È noto che gli antichi egizi, così come gli indiani, avevano l'abitudine di estrarre i teschi.

Come dimostra la pratica, gli scavi di sepolture, oltre a resti insoliti, possono presentare agli scienziati molte altre sorprese: ad esempio, quando si studiano i cimiteri di persone appartenenti alla cultura delle catacombe di Manych (si trovano nella regione di Rostov e risalgono a al 23° secolo a.C.), gli scienziati scoprirono carri di legno perfettamente conservati.

È in corso un dibattito attivo sul perché esattamente le persone collocassero i carri nei cimiteri: alcuni scienziati ritengono che si trattasse di veicoli utilizzati nella vita quotidiana delle persone e collocati nei luoghi di sepoltura per fornire a una persona l’opportunità di muoversi comodamente anche dopo la morte. Altri ricercatori dividono i carri in carri rituali, realizzati appositamente per la sepoltura, e in carri domestici:

le prime carrozze dovevano essere utilizzate per conferire ai defunti le più alte onorificenze militari, e le seconde venivano deposte nelle tombe dell'aristocrazia familiare o dei capi di famiglie numerose.

Parlando degli antichi abitanti più famosi della Russia, vale innanzitutto la pena ricordare l'uomo di Denisova. I suoi resti frammentari - il mignolo di un bambino piccolo - sono stati scoperti nel 2008 nella grotta di Denisova nella Siberia orientale, al confine tra la Repubblica dell'Altai e il territorio dell'Altai, dagli archeologi russi Anatoly Derevyanko e Mikhail Shunkov.

La datazione al radiocarbonio delle ossa ha mostrato che l'uomo di Denisoviano visse circa 40mila anni fa. Il genoma dell'antico abitante di Altai è stato completamente sequenziato da un team internazionale di scienziati guidati dal genetista svedese Svante Pääbo. Come risultato del lavoro, si è scoperto che i Denisovani sono molto diversi dagli esseri umani moderni: anche i Neanderthal si sono rivelati parenti più stretti degli esseri umani moderni rispetto ai Denisoviani. Significa che

l'uomo della Grotta di Denisova si separò dal nostro antenato comune prima dei Neanderthal e degli esseri umani moderni - più di un milione di anni fa.

Inoltre, si è scoperto che i Denisoviani coesistevano contemporaneamente con i Neanderthal e talvolta si incrociavano persino con loro. A proposito, Svante Pääbo ha studiato il genoma dei Neanderthal di Altai che vivevano nella grotta di Okladnikov (Siberia meridionale). Come risultato del lavoro, si è scoperto che l'Okladnikovsky Neanderthal era l'unico rappresentante della sua specie che riuscì a conquistare la Siberia.

Poco più di un anno fa, Gazeta.Ru ha riferito di un'altra scoperta unica avvenuta sulle rive dell'Irtysh vicino al villaggio di Ust-Ishim nella regione di Omsk. Nel 2008, lo storico locale Nikolai Peristov ha esposto nel suo laboratorio una vasta collezione di ossa e denti di mammiferi che vivevano nella valle dell'Irtysh circa 20-50 mila anni fa e anche prima. Nel 2010, un paleontologo ed esperto forense ha iniziato a studiare questa collezione, prestando particolare attenzione a un osso che somigliava a un femore umano.

Un po 'più tardi, altri ricercatori russi e stranieri furono coinvolti nel lavoro, fu stabilito che l'osso appartiene effettivamente a un essere umano moderno e la sua età è di circa 45 mila anni - fino ad ora non c'erano prove dirette di una penetrazione umana così precoce nel il nord dell’Eurasia. La scoperta si è rivelata estremamente preziosa per gli scienziati anche per un altro motivo: il DNA era molto ben conservato nell'osso, il che ha permesso ai genetisti di stabilire che la mescolanza di geni di Neanderthal nel DNA dell'uomo di Ust-Ishim era maggiore di quella dell'uomo di Ust-Ishim. popolazione moderna dell’Eurasia. Significa che

L'uomo di Ust-Ishim visse poco dopo l'incrocio accidentale di Neanderthal e Cro-Magnon. Questo fatto di per sé è di grande importanza per studiare la storia dell'evoluzione dell'uomo moderno e la sua possibile connessione genetica con altre specie di ominidi.

Il 2014 ha portato un’altra scoperta riguardante il DNA degli antichi “russi”. Pertanto, un gruppo di ricerca guidato dal professore danese Eske Willerslev è stato in grado di studiare il DNA di una persona i cui resti sono stati trovati nella regione di Voronezh, vale a dire sul territorio del complesso Kostenkovsko-Borshchevsky dei siti dell'età della pietra. L'anno scorso Eske Willerslev ha detto a Gazeta.Ru che l'età dell'antico abitante della regione di Voronezh era di circa 37mila anni, inoltre era un parente dei suoi contemporanei europei.

Grazie all'analisi del DNA dei resti, i ricercatori sono stati in grado di scoprire nuovi fatti sulle migrazioni degli antichi, oltre a confermare l'esistenza di una metapopolazione che occupava territori dall'Europa all'Asia centrale, all'interno della quale avveniva un complesso scambio genetico.

Comunque sia, lo studio delle sepolture antiche presenta sempre agli scienziati nuove sorprese e scoperte, il cui flusso, a quanto pare, non si esaurirà per molto tempo. Ad esempio, nel prossimo futuro gli specialisti dovranno analizzare il materiale genetico dei resti uomo della grotta Chagyrskaya, che si trova anche ad Altai.

Il cervello umano è antecedente all’uomo
Il cervello degli ominidi si riorganizzò prima che iniziasse l'espansione dimensionale che si pensava differenziasse le capacità umane da quelle dei primati. La scoperta è stata fatta sulla base dell'analisi dei resti di un ominide dal cervello piccolo proveniente dal Sud Africa. I ricercatori hanno esaminato l'interno del cranio di Stw 505, un membro della specie Australopithecus. africano, trovato nella grotta di Sterkfontein negli anni '80. Ha 2-3 milioni di anni. Tenendo conto dei cambiamenti nelle dimensioni del cervello, i ricercatori della Columbia University hanno dimostrato che il cervello di questo primate e il cervello degli esseri umani moderni mostrano notevoli somiglianze.

L'ominide più antico
(un primate eretto) viveva nel Ciad settentrionale (Africa) e visse 7 milioni di anni fa. Forse, Sahelanthropus tchadensisè stato il primo antenato umano. La sua scoperta ha permesso di considerare l'Africa la culla dell'umanità. Il successore di questo ominide fu Australopithecus anamensis, vissuto 4,2 milioni di anni fa. È molto simile a A. afarensis, che visse 3,5 milioni - il proprietario di una faccia grande e di un cervello piccolo. Appartiene a questa specie anche il ritrovamento di un teschio femminile, che venne soprannominato Lucy. Questi ominidi vivevano nelle savane dell'Africa orientale e camminavano eretti, ma avevano ancora molte somiglianze con le scimmie.

Ominide senza strumenti
scimmia del sud,
O Australopiteco era un ominide bipede eretto, privo della capacità di creare strumenti dalla pietra. Usavano pietre e ossa come strumenti primitivi, principalmente come armi. È stata la creazione di strumenti e la vita nelle comunità che ha aiutato gli ominidi a lasciare i rifugi sugli alberi e a sopravvivere nello spazio aperto.

Cranio nero di Australopithecus ethiopicus Australopithecus aethiopicus
Cranio nero di Australopithecus ethiopicus Australopithecus aethiopicus– un teschio grezzo scoperto a Lomekwi (Turkana occidentale, Kenya). Risale a 2,5 milioni di anni fa. Il suo proprietario aveva una faccia grande e un cervello piccolo. Si ritiene che sia una forma primitiva di A. robustus.

Gli antenati umani hanno smesso di scegliere i partner in base all'olfatto
Lo sviluppo della visione dei colori portò al fatto che i primati che vivevano nell'emisfero orientale, e le persone che poi apparvero come risultato del loro sviluppo, persero la capacità di riconoscere i feromoni. Ciò accadde circa 23 milioni di anni fa, poco prima che la superfamiglia delle scimmie, da cui poi discendono gli esseri umani, si dividesse in diversi gruppi distinti. Questo periodo coincide all'incirca con il periodo in cui i primati dell'emisfero orientale svilupparono la visione a colori.

Volti ruvidi e aggraziati
U Australopiteco E robusto avevano facce larghe e piatte, mentre le specie afarensis e africanus avevano caratteristiche facciali più fini. A. aethiopicus aveva una mascella massiccia, che questo vegetariano usava per macinare cibi vegetali duri.

Il cervello è simile, ma il comportamento è più complesso
Una delle poche differenze tra l'uomo e l'Australopiteco è la posizione della corteccia visiva primaria. Il suo confine è segnato da una depressione sulla superficie del cervello. Nell'antico ominide, quest'area si trova più vicino alla parte anteriore e quindi più grande. Ma nell'Australopithecus Stw 505 quest'area si trova leggermente indietro, proprio come negli esseri umani. Ciò significa che il cervello dell’Australopiteco stava già cambiando, trasformandosi nel cervello degli esseri umani moderni. Di fronte c'è un'area associata a varie forme di comportamento complesso, come la valutazione degli oggetti e delle loro qualità, il riconoscimento facciale e la comunicazione sociale.

L'ultima specie di scimmia da cui si sono evoluti le grandi scimmie e gli esseri umani moderni
L'età dello scheletro trovato nella città spagnola di Barcellona è di 13 milioni di anni. La nuova specie prende il nome in latino Pierolapitecus catalaunicus. L'altezza dell'esemplare ritrovato, un maschio, raggiungeva i 120 centimetri. Pesava circa 35 chilogrammi. Dopo aver studiato la mascella e i denti, gli esperti sono giunti alla conclusione che questa creatura mangiava principalmente frutta, ma a volte poteva facilmente mangiare insetti o carne di piccoli animali. Questa scimmia era ben adattata ad arrampicarsi sugli alberi. Richiedeva che tutti e quattro gli arti si muovessero, ma nella struttura scheletrica sono visibili alcuni cambiamenti che hanno consentito alle specie successive di antenati umani di iniziare a camminare su due gambe.

Quello che ha iniziato a usare il fuoco
Due milioni di anni fa apparve una specie Discendenza omosessuale, che ha inventato gli strumenti e il fuoco. Contemporaneamente iniziò la migrazione dall'Africa, avvenuta in quattro fasi. Nel processo si isolarono australopithecus africanus, Homo erectusHomo erectus E .

L'Homo erectus fu il primo a cacciare
Homo erectus Homo erectus visse 1,7 milioni - 300.000 anni fa ed è considerato il primo uomo a cacciare animali di grandi dimensioni. Il numero di persone è aumentato. E iniziarono a diffondersi su una vasta gamma, lasciarono l'Africa un milione di anni fa e iniziarono a colonizzare le aree del vecchio mondo con un clima caldo. Il suo viso era robusto con una mascella inferiore massiccia, arcate sopracciliari massicce e un cranio lungo e basso. Il volume del cervello era di 750-1225 metri cubi. vedere c (media 900). È nota la scoperta di uno scheletro completo di Homo erectus sotto il nome di “Turkana boy” proveniente dal Turkana occidentale (Kenya, 1984).

Un uomo esperto iniziò a creare strumenti
Cervello di un uomo abilitato Homo habilis, che visse 2,2 - 1,6 milioni di anni fa nell'Africa orientale, aveva un volume di 500-800 metri cubi. cm, più di quello dell'Australopithecus e circa la metà del volume del cervello umano moderno. Fu il primo a creare strumenti spezzando lunghe ossa in lunghi frammenti che gli servirono da coltelli.

Le capacità mentali umane sono aumentate
Negli ultimi 2,5 milioni di anni, le capacità mentali umane sono aumentate molte volte rispetto a quelle degli altri primati. Il cervello umano è oggi circa tre volte più grande del cervello dei suoi “parenti più stretti”, gli scimpanzé e i gorilla.

Un uomo antico divenne più saggio a causa di una mutazione
Il cervello umano si è evoluto fino a raggiungere grandi dimensioni a seguito di una mutazione avvenuta 2,4 milioni di anni fa. I corpi dei nostri antenati hanno perso la capacità di produrre una delle principali proteine ​​che stimolano la crescita dei massicci muscoli della mascella nei primati. Non vincolato dall'ingombrante apparato masticatorio, al cranio umano è stata data l'opportunità di crescere liberamente: i muscoli deboli esercitano una pressione molto minore sul cranio, consentendo alla materia cerebrale di crescere ed espandersi. Un periodo di circa 2 milioni di anni fa, secondo le prove fossili, mostra una rapida crescita del cervello. A quel punto, i nostri antenati avevano cominciato a passare dal masticare foglie dure tutto il giorno al mangiare carne, e non avevano bisogno di mascelle molto potenti.

Addio Autralopiteco
Circa due milioni di anni fa Homo habilis e svilupparono un cervello con un volume di oltre 500 centimetri cubici. Entrambe queste specie avevano muscoli della mascella significativamente più piccoli rispetto ai loro antenati, rappresentanti del genere Australopithecus.

L'Homo erectus è gestito senza cervello
Presto Homo erectus visse 1,8 milioni di anni fa e aveva un cervello piccolo. Per diverse centinaia di migliaia di anni, l'umanità ha vissuto senza mascelle potenti e senza un cervello sviluppato. L'Homo erectus (persone erette) visse da 2 milioni a 400mila anni fa. Secondo una versione, apparvero in Africa, ma gradualmente si stabilirono in tutto il Vecchio Mondo. I primi resti fossili di Homo erectus furono trovati da Eugene Dubois alla fine del XIX secolo a Giava. Da allora sono stati rinvenuti molti altri resti, ma restano comunque frammentari.

In Indonesia c'erano antichi hobbit che costruivano barche.
I resti di una nuova specie umana, convenzionalmente designata come “hobbit”, sono stati rinvenuti sull’isola indonesiana di Flores. Inizialmente si credeva che questi fossero i resti di un bambino, ma le analisi hanno dimostrato che si trattava delle ossa di un adulto, alto un metro e con un cranio delle dimensioni di un pompelmo. Questi resti hanno 18mila anni. Il nome scientifico della nuova specie di persone è Queste persone sono Homo floresiensis, parenti dell'Homo erectus. Sono arrivati ​​a Flores un milione di anni fa e, in condizioni di isolamento, hanno sviluppato il loro aspetto insolito. È interessante notare che non c'erano prove precedenti della capacità dell'Homo erectus di costruire barche, ma è così che gli antenati del floresiensis potevano raggiungere l'isola. Queste persone non sono interessanti solo per la loro bassa statura, ma anche per le loro braccia relativamente lunghe. Forse stavano fuggendo tra gli alberi dai draghi di Komodo - lucertole giganti, i cui resti (della stessa età) furono scoperti non lontano dai resti dell'Homo floresiensis. Oltre a queste ossa, gli archeologi hanno portato alla luce a Flores i resti di un antico elefante nano (Stegodon), che probabilmente cacciavano gli “hobbit”. Ora dobbiamo prestare maggiore attenzione alle leggende sugli hobbit e sui nani.

Uomo di 160mila anni
Nel giugno 2003, in Etiopia sono stati ritrovati i resti umani più antichi del mondo: hanno circa 160mila anni. Il maggior numero di resti di popoli primitivi è stato scoperto in Africa, in particolare in Tanzania e Kenya. Ma sono tutti sparsi su una vasta area, quindi è difficile per gli scienziati ripristinare lo stile di vita primitivo degli ominidi.

Homo neanderthalensis - popolo della valle di Neander
I Neanderthal vissero tra 230.000 e 28.000 anni fa in Europa, Asia centrale e Medio Oriente. Queste persone mangiavano principalmente carne. Gli uomini raggiungevano 166 cm e pesavano 77 kg, le donne – 154 cm e 66 kg. Il loro cervello era il 12% più grande di quello degli esseri umani. Come specie, i Neanderthal si formarono durante l'era glaciale. Il corpo corto e densamente costruito è stato adattato per conservare il calore. Nonostante la loro bassa statura, avevano muscoli forti e ben sviluppati. L'arcata sopracciliare era ampia e bassa, correva lungo il centro del viso e pendeva sopra il naso, che era vulnerabile durante le tempeste di neve e le gelate prolungate

I Neanderthal erano abili cacciatori e cacciavano in modo cooperativo, dividendosi in gruppi separati che interagivano durante la caccia. Circondarono la loro preda e la uccisero a distanza ravvicinata. Sono stati ritrovati molti resti di uomini di Neanderthal con tracce di gravi ferite.

I Neanderthal potevano parlare, ma il loro linguaggio non era complesso. Non capivano concetti astratti. L'arte era loro estranea.

Rivali dei Neanderthal
Gli esseri umani moderni, comparsi in Europa 40.000 anni fa, divennero rivali dei Neanderthal. I dati dei ricercatori hanno mostrato che nel momento in cui gli esseri umani moderni e i Neanderthal interagivano, la mortalità tra questi ultimi era più alta del 2%. In questa competizione per la sopravvivenza, questi ultimi hanno perso. Nel giro di 1.000 anni i Neanderthal si estinsero. 28.000 anni fa scomparvero gli ultimi uomini di Neanderthal. Numerosi scienziati credono ottimisticamente che non siano scomparsi, ma si siano assimilati, donando i loro geni all'uomo moderno. I dati non lo supportano.

I Sapiens soppiantarono i Neanderthal
Attualmente, la teoria dell'apparizione più diffusa in Europa afferma che l'Homo sapiens arrivò nel continente dall'Africa circa 200mila anni fa e gradualmente sostituì le altre specie di antropoidi che lo abitavano, compresi i Neanderthal (Homo neanderthalensis). Gli scienziati hanno confrontato i resti conservati di quattro uomini di Neanderthal e di cinque primi esseri umani moderni provenienti dall’Europa occidentale. Il DNA di questi campioni era così diverso che l'ipotesi di un diffuso incrocio tra le due specie poteva essere inequivocabilmente respinta.

Non si è mescolato con i Neanderthal
Confronto di genomi e Neanderthal mostrano che gli esseri umani moderni non hanno praticamente geni caratteristici dei Neanderthal. Inoltre, i risultati di alcuni studi molecolari dimostrano che l’Homo sapiens era completamente formato nella sua forma moderna prima della comparsa dei Neanderthal.

Il clima ha ucciso i Neanderthal
I Neanderthal e i primi esseri umani arrivati ​​in Europa hanno dovuto lottare contro il calo delle temperature, secondo un nuovo studio che ha coinvolto più di 30 scienziati. Queste due specie di ominidi coesistevano in Europa circa 45-28mila anni fa, prima dell'estinzione dell'uomo di Neanderthal. La causa della morte dei Neanderthal fu la loro incapacità di adattarsi ai cambiamenti climatici. Il problema non era solo l'ondata di freddo in sé: entrambe le specie avevano indumenti di pelliccia come tuniche. Piuttosto, secondo i ricercatori, i Neanderthal non erano in grado di cambiare i loro metodi di caccia. I Neanderthal, che un tempo sfruttavano la copertura forestale per avvicinarsi di soppiatto alle mandrie di animali, si rivelarono cacciatori meno efficaci in condizioni in cui dovevano avvicinarsi agli animali sparsi nella steppa senza alcun mimetismo. Mangiare meno bene rendeva i Neanderthal più deboli e più suscettibili alle malattie e ad altre minacce. Sebbene anche i primi esseri umani sperimentassero problemi simili, alla fine si adattarono al cambiamento delle condizioni.

I Neanderthal conducevano vite turbolente
Gli scheletri dei Neanderthal mostrano che conducevano vite turbolente, spesso rompendo ossa e subendo colpi duri. Raramente superavano i 40 anni. La caccia nel nuovo ambiente si è rivelata ancora più pericolosa e molto meno efficace. Questo è ciò che ha reso impossibile la sopravvivenza dei Neanderthal. Con la scarsità di cibo, divennero più suscettibili alle malattie, la riproduzione rallentò, la fame divenne comune e la popolazione diminuì lentamente ma inesorabilmente.

Gli europei hanno i denti di Neanderthal
I resti più antichi di Homo sapiens sono stati ritrovati in Europa, riferisce la BBC. L'analisi dei resti scoperti in una grotta nei Carpazi rumeni ha dimostrato che hanno tra i 34 ei 36 mila anni. Questa è l'età della mascella maschile ritrovata nella grotta. Queste ossa appartengono senza dubbio all'Homo sapiens, ma hanno caratteristiche caratteristiche delle specie antropoidi più primitive, in particolare i denti del giudizio sulla mascella ritrovata sono di dimensioni così grandi che non sono stati notati in nessun resto dell'Homo Sapiens, a cominciare da quelli la cui età è di 200mila anni.

Invenzione della lancia
L'invenzione di uno strumento così utile per cacciatori e pescatori come una lancia, che ora si ritiene sia avvenuta più di un milione di anni fa, servì da prologo alla grande pace conclusa tra le tribù degli antenati delle persone 985mila anni fa. Inoltre, la comparsa di tali armi ha portato anche a una divisione decisiva nei modelli comportamentali degli scimpanzé e degli esseri umani, che ci hanno permesso di distinguerci dal mondo animale.

Ampliamento della gamma
Le persone hanno inventato armi che potevano essere lanciate da lontano e quindi cacciare con successo grandi mammiferi. La capacità di uccidere a distanza portò anche alla diffusione di nuove tattiche per condurre battaglie di confine tra persone: era possibile tendere imboscate. Le circostanze costrinsero gli antichi a inventare nuovi modi per risolvere i loro conflitti di lunga data: in particolare, a mantenere rapporti amichevoli con i vicini quando possibile.

La cooperazione tra le tribù ha permesso una significativa espansione dell'area dei primi insediamenti umani e ha persino provocato la loro migrazione dall'Africa. Tutto ciò servì anche da impulso per l'emergere di nuovi tipi di organizzazione sociale, che alla fine portarono all'organizzazione di azioni militari pianificate e attacchi ai primi insediamenti umani. Le prime testimonianze archeologiche della presenza di tali guerre organizzate risalgono al X-XII millennio a.C., furono trovate in Africa, nel territorio dell'attuale Sudan.

Migrazione
Le specie biologiche che noi chiamiamo hanno avuto origine nell'Africa orientale o meridionale e da lì si sono gradualmente diffuse in tutto il pianeta. Tuttavia, gli esperti non hanno ancora raggiunto un consenso su come sia avvenuta esattamente questa migrazione. Scienziati di diversi paesi hanno ipotizzato che gli esseri umani moderni abbiano iniziato la loro migrazione dalla loro patria africana verso altri continenti attraversando il Mar Rosso e poi spostandosi verso est lungo la costa dell’Oceano Indiano. Le conclusioni si basano sui risultati di un'analisi delle informazioni genetiche degli aborigeni malesi, i cui antenati un tempo abitavano per primi questa parte della terra.

Teoria eurocentrica
Negli anni ’80 prevalse l’ipotesi eurocentrica di questo processo. A quel tempo, la maggior parte degli antropologi credeva che l'uomo fosse apparso piuttosto tardi, circa 50mila anni prima dei nostri tempi. Secondo questo modello, 45mila anni fa i nostri antenati entrarono nel Levante e nell'Asia Minore attraverso l'istmo di Suez e la penisola del Sinai. Nel corso dei successivi dieci millenni colonizzarono l’Europa, soppiantando i Neanderthal, e raggiunsero l’Australia più o meno nello stesso periodo.

Teoria africana-centrica
I risultati degli scavi nel continente africano hanno definitivamente dimostrato che l'età dell'Homo sapiens è significativamente superiore a 100mila anni. Allo stesso tempo, è stato dimostrato che le persone vivono nel sud-est asiatico da almeno 45mila anni e in Australia da 50 a 60mila anni. A poco a poco, tra gli esperti, si formò la convinzione che l'Homo sapiens apparve in Africa da qualche parte circa 200mila anni fa, 100mila anni dopo attraversò il Sinai ed entrò nelle distese asiatiche. Pertanto, la cronologia dell’emergere dell’uomo ha subito importanti aggiustamenti, ma il percorso previsto della sua uscita dall’Africa è rimasto invariato.

Teoria delle rotte marittime
A metà degli anni ’90, cioè dieci anni fa, gli antropologi italiani e inglesi avanzarono un’altra ipotesi. Sono giunti alla conclusione che alcuni dei primi coloni dall'Africa all'Asia non si sono trasferiti via terra, ma via mare. Dapprima queste popolazioni penetrarono lungo la costa del Corno d'Africa, poi attraversarono il Mar Rosso nell'area dello stretto di Bab el-Mandeb ed entrarono nella penisola arabica. Da lì si spostarono verso est lungo l'Oceano Indiano e in questo modo raggiunsero l'India e poi l'Australia. Gli autori di questa teoria stimano che questa migrazione sia iniziata almeno 60mila anni fa, ma è possibile che addirittura 75mila.

L'uomo più anziano d'Europa era un georgiano
Scienziati georgiani hanno scoperto nella Georgia orientale il cranio dell'uomo più antico del continente europeo. Secondo le stime preliminari degli scienziati, il ritrovamento a Dmanisi risale a 1 milione e 800 anni fa. La scoperta di Dmanisi ci consente di condurre ricerche non solo su singoli individui, ma su un intero insediamento: insieme ai resti dell'ominide scoperti a Dmanisi sono state trovate ossa di animali e strumenti di pietra. Ad esempio, il cosiddetto "taglio", così come la pietra tagliata, che l'uomo primitivo poteva usare al posto del coltello. "Questi primi strumenti primitivi di pietra sono molto simili a quelli scoperti in Africa."

Le guerre scoppiarono quando iniziarono a coltivare la terra
Lo studioso Kelly attribuisce l'emergere delle prime guerre allo sviluppo dell'agricoltura, che aumentò esponenzialmente il valore delle aree coltivate. Fino a quando ciò non accadeva, i più grandi conflitti umani assomigliavano ad attacchi sporadici da parte degli stessi scimpanzé, perché nessuno aveva pianificato seriamente tali combattimenti.

Gli agricoltori hanno rovinato il clima preistorico
L’analisi delle antiche bolle d’aria immagazzinate nel ghiaccio antartico ha fornito la prova che gli esseri umani hanno iniziato a cambiare il clima globale migliaia di anni prima della rivoluzione industriale. Circa ottomila anni fa, il contenuto di anidride carbonica nell'atmosfera iniziò ad aumentare e allo stesso tempo le persone iniziarono ad abbattere le foreste, a dedicarsi all'agricoltura e ad allevare bestiame. Le foreste in Europa e in Asia iniziarono a sostituire i campi coltivati. Circa cinquemila anni fa, come evidenziato dai campioni di ghiaccio, il contenuto di metano nell'aria cominciò ad aumentare.

Il bestiame ha trasformato questo mondo in un mondo di uomini
Le più antiche società umane, inizialmente dominate dalle donne (epoca del matriarcato), furono sostituite da una struttura patriarcale dopo che la pratica dell’acquisizione del bestiame si diffuse tra le tribù. L’idea che le prime comunità passassero da matriarcali a patriarcali (quando lo status degli uomini cominciò ad essere considerato superiore a quello delle donne e l'eredità veniva già trasmessa in linea maschile) proprio quando si cominciò ad avere bestiame, apparso fin dagli albori delle moderne ricerche antropologiche nel XIX secolo. Tuttavia, a quel tempo nessuno era in grado di dimostrare in modo convincente questa relazione di causa-effetto.

Gli scritti più antichi
I segni incisi sui gusci delle tartarughe più di 8.000 anni fa potrebbero essere le parole più antiche del mondo trovate fino ad oggi. I risultati della loro decifrazione potrebbero anche aiutarci a imparare qualcosa sui rituali della Cina neolitica. Una delle tombe contiene uno scheletro senza testa con 8 gusci di tartaruga posizionati dove ci sarebbe un teschio.

Tutte le persone una volta erano cannibali
Il cannibalismo era probabilmente molto più diffuso tra i nostri antenati preistorici di quanto si pensasse in precedenza. Una certa variazione genetica protegge alcuni esemplari della Guinea Occidentale dalla malattia da prioni causata dalle loro precedenti abitudini cannibalistiche. Gli scienziati hanno dimostrato, dopo aver analizzato numerosi campioni di DNA, che la stessa variante genetica protettiva si trova nelle persone di tutto il mondo. Mettendo insieme tutte le loro scoperte, conclusero che una tale caratteristica sarebbe potuta apparire solo se il cannibalismo fosse stato un tempo molto diffuso e se fosse stata necessaria una forma protettiva del gene “prione” MV per proteggere i cannibali dalle malattie da prioni che si annidano nella carne degli animali. le vittime.

Il primo vino fu prodotto nell'età della pietra
È possibile che gli uomini del Paleolitico ottenessero una bevanda a base di vino dal succo di uva selvatica fermentato naturalmente. L'idea della vinificazione potrebbe essere venuta ai nostri antenati intelligenti e attenti come risultato dell'osservazione di uccelli che scherzavano dopo aver mangiato frutta fermentata. Durante il Neolitico, la parte orientale e sud-orientale della Turchia fu un buon luogo per l’emergere dell’agricoltura. Tra gli altri, qui è stato addomesticato il grano: questo evento ha aperto la strada al passaggio a uno stile di vita sedentario. Quindi, secondo tutte le indicazioni, il luogo è abbastanza adatto per l'iniziale addomesticamento dell'uva.

L’umanità è stata creata dagli anziani
Ricercatori delle università del Michigan e della California hanno scoperto che un aumento significativo della durata della vita umana si è verificato all’inizio del Paleolitico superiore, circa 32mila anni fa. Uno studio su oltre 750 resti ha dimostrato che durante questo periodo il numero di persone che raggiungevano la vecchiaia è quasi quadruplicato. Questo, dicono, è ciò che ha dato agli esseri umani un vantaggio evolutivo, determinando il successo evolutivo della specie. Sono stati studiati rappresentanti della cultura del tardo Australopiteco, persone del Pleistocene inferiore e medio, uomini di Neanderthal dell'Europa e dell'Asia occidentale e persone del Paleolitico superiore. Calcolando il rapporto tra anziani e giovani adulti per ciascun periodo dell'evoluzione umana, i ricercatori hanno scoperto una tendenza nella sopravvivenza delle persone anziane nel corso dell'evoluzione umana.

L’aumento del numero degli anziani ha consentito agli uomini della prima età moderna di accumulare maggiori informazioni e di trasmettere conoscenze specializzate da una generazione a quella successiva. Potrebbe anche rafforzare i legami sociali e di parentela poiché i nonni potrebbero allevare nipoti in crescita e altri al di fuori della famiglia. Inoltre, l’aumento dell’aspettativa di vita avrebbe dovuto aumentare il numero di figli prodotti.

Antichi gioielli rinvenuti in una grotta africana
Nell'età della pietra erano di moda le conchiglie. Così dicono gli archeologi che hanno portato alla luce i pezzi di bigiotteria più antichi conosciuti. Le perle della grotta di Blombos, nel Sud Africa meridionale, hanno probabilmente 75.000 anni. Un team di ricercatori dell'Università di Bergen, in Norvegia, ha scoperto oltre 40 conchiglie delle dimensioni di una perla con fori e segni di usura che indicano che erano state raccolte in collane, braccialetti o toppe per vestiti. Tali perle, cucite sui vestiti o indossate sul corpo, indicavano uno status sociale elevato; e quindi credono che nella grotta vivessero rappresentanti di una cultura abbastanza moderna.

Gli antenati umani hanno creato simboli
Una serie di linee parallele incise nelle ossa di animali 1,2-1,4 milioni di anni fa potrebbero servire come il più antico esempio di comportamento simbolico umano. Molti altri scienziati ritengono che la capacità del vero pensiero simbolico sia apparsa solo nell'Homo sapiens. L'osso di 8 cm che ha scatenato la controversia è stato rinvenuto nella grotta di Kozarnik, nel nord-ovest della Bulgaria. Un altro osso trovato nello stesso posto ha 27 tacche lungo il bordo. Gli scienziati che li hanno esaminati affermano che non possono trattarsi di segni di taglio. Accanto alle ossa è stato trovato un dente da latte di età simile appartenente ad alcuni dei primi Homo, ma i ricercatori hanno difficoltà a nominare la specie specifica. Molto probabilmente si tratta dell'Homo erectus. L'osso scolpito apparteneva ad un ruminante sconosciuto.